Rigoberto Smeraldi (1879-1942)

Rigoberto Smeraldi e la moglie Maria Selmi
Rigoberto Smeraldi e la moglie Maria Selmi
Rigoberto Smeraldi (1879-1942), originario di Pieve di Cento, emigrò giovane nell'Africa del Sud dove, secondo la memoria dei familiari, progettò e costruì un ponte e fece il cercatore d'oro e di pietre preziose.
Durante la guerra anglo-boera, scoppiata nel 1899, fu nel Transvaal e da qui fuggì in modo rocambolesco, nascosto in un sacco, imbarcandosi per l'Italia con un pugno di diamanti.

A Bologna divenne in seguito concessionario della Lancia ed aprì un ufficio per il commercio della canapa in Vicolo degli Ariosti, nei pressi di Via Indipendenza, intrattenendo importanti rapporti di fornitura con l'Ammiragliato inglese.

Nel 1922 acquistò tre possessioni, otto poderi e la villa con parco della tenuta S. Marino dal Conte Antonio Zucchini, forse desideroso di disfarsene dopo gli scioperi e gli episodi di occupazioni delle terre.
                  
L'azienda era fiorente e proprio per seguirne personalmente l'amministrazione egli si stabilì nella villa padronale che ospitava anche la residenza del fattore.

La passione per i cavalli lo portò ad intraprendere anche un'attività nel settore, un allevamento di purosangue con trottatori importati dagli Stati Uniti che gli assicurò molti riconoscimenti in ambito nazionale.

Rigoberto Smeraldi e la moglie Maria Selmi non ebbero figli, ma furono strettamente legati ad Antonio Roversi, figlio di una sorella del proprietario e marito della figlia di una sorella di Maria, che nel periodo estivo si recava abitualmente nella villa con la moglie Clementina Colombo e i figli.

Un rapporto filiale che, dopo la morte di Rigoberto, nel 1942, e di Maria Selmi, qualche anno dopo, lo portò ad acquisire l'intera proprietà Smeraldi.