Nell'evoluzione del territorio della pianura tra metà Settecento e metà Novecento, accanto al polo antico della mezzadria e "dell'economia del pane e del vino", prese forma il nuovo polo risicolo e bracciantile dell'agricoltura bolognese.
Nella mezzadria, il proprietario terriero (padròn) forniva la terra con la casa, la stalla, il pozzo, il forno, i filari di alberi e viti, i fossi – cioè il podere – e metà delle sementi e degli animali da lavoro. Il contadino, invece, forniva tutta la forza lavoro e tutti gli strumenti, metà delle sementi e metà del bestiame da tiro.
A compenso dei loro apporti, il proprietario e il mezzadro avevano diritto ciascuno alla metà della produzione lorda. Oltre alla metà del prodotto lordo il mezzadro doveva al proprietario anche dei contributi supplementari: in natura (capponi per Natale, galline a Carnevale, uova a Pasqua, oche per i Santi); in servizi gratuiti (trasporti, scavo di fossi); in danaro (la pigione della casa).
L’annuale villeggiatura, che avveniva nel periodo compreso tra la mietitura del frumento e la vendemmia dell’uva, offriva ai proprietari l’occasione di seguire più da vicino le fasi conclusive dell’annata agraria e la divisione dei raccolti prevista dal contratto di mezzadria.