Domenica 6 settembre work-shop di tintura shibori con indaco

A cura di Mara Di Giammatteo de La Rubia Peregrina

Immagine tessitura
 
 

Dopo una breve lezione sulla teoria e storia della tintura shibori e del blu da indaco, i partecipanti prepareranno la mordenzatura dei tessuti da tingere, la tintura madre del colore e poi le varie tecniche per realizzare i pattern shibori. Una volta asciugati ognuno potrà riportare a casa i propri elaborati prova e una stola di seta.
La tecnica di tintura naturale chiamata Shibori deriva da una parola giapponese che indica una tecnica di decorazione dei tessuti molto antica, tratta dal verbo “shiboru” che significa torcere, strizzare, pressare.
In America è conosciuta come Tie and Dye, in India come Plangi e in Italia come Maltinto o Tintura a riserva. La tecnica dello shibori si diffuse dalla Cina in Giappone 1300 anni fa, e conobbe il periodo di massimo splendore durante l’era Edo (1608 – 1868), anche se è stato rinvenuto un kimono tinto con shibori appartenente all’Imperatore Shomu nel VIII secolo.
Inizialmente fu una tecnica riservata alle classi meno abbienti in quanto non potendo permettersi l’acquisto di costosi capi in seta o cotone, usavano ritingere i vecchi tessuti per dare l’apparenza che fossero nuovi. Durante la relativa pace e serenità del periodo Edo, in Giappone rifiorirono le arti, e si diffusero molteplici tecniche e tradizioni locali, in cui lo shibori fu utilizzato sia come tecnica artistica di decorazione dei kimoni in seta destinati all’alta società, che per un utilizzo più popolare. Ma più della metà delle tecniche conosciute sono originarie del Giappone.
Ancora oggi grazie alla moda ed alle scelte di Designer contemporanei possiamo ancora indossare abiti tinti con questa tecnica, o creare decorazioni.
Esiste un'infinità di metodi con cui si può legare, cucire, piegare, attorcigliare o pressare il tessuto attraverso lo shibori e ognuno di essi restituisce un disegno diverso. Ciascuna tecnica non viene impiegata solo per realizzare una specifica trama, ma anche in base al tipo di stoffa che si lavora.
Come tutte le tinture naturali, il risultato è sempre unico nella gamma dei timbri e tonalità dei colori, così anche nella tecnica dello shibori il pattern di ogni tessuto non sarà mai uguale ad un altro, conferendone un risultato di unicità e preziosità; con questa consapevolezza il tintore shibori, lavorava in piena libertà espressiva, in quanto un margine di imprevisto nell’informità degli elementi poteva sempre accadere e spesso rendere ancora più sorprendente il risultato atteso.

MATERIALI FORNITI: tessuti in cotone e seta, e materiale occorrente alla realizzazione del work-shop
SI RICHIEDE DI PORTARE AI CORSISTI: guanti e grembiule o abiti da lavoro, carta e penna.
A cura di Mara Di Giammatteo de La Rubia Peregrina in collaborazione con Atelier Trame Tinte D'arte e Museo della Civiltà Contadina Bentivoglio

Per informazioni ed iscrizioni mandare una mail a trametinte@gmail.com

 
 
Data ultimo aggiornamento: 27-08-2020