Valli artificiali, risaie e risaiole

Valli artificiali, risaie e risaiole

Accanto alle valli, numerosi terreni privi di uno scolo sicuro, risultavano inadatti alla coltivazione degli alberi e delle viti e poco produttivi per le altre colture asciutte. Su questi ed altri terreni completamente privi di alberature – le “larghe” (lèrga) – nel periodo napoleonico, per iniziativa di grandi proprietari e affittuari, si avviò la nuova esperienza delle colture umide. La coltivazione del riso, esercitata in aziende molto più grandi dei poderi mezzadrili, richiedeva una quantità di lavoro manuale molto elevata, ma concentrata solo in alcuni periodi dell’anno. I conduttori di risaie fecero perciò ricorso a mano d’opera salariata, compensandola a giornata oppure a cottimo. Per i lavori più importanti, quali la roncatura e la mietitura, erano assoldate soltanto squadre di donne – le risaiole (risaróla) – e ragazzi. Con la formazione di un grande bracciantato agricolo si avviava un radicale cambiamento della struttura sociale, della divisione del lavoro e della cultura dei lavoratori della terra della pianura.