Le opere e i giorni di braccianti e scarriolanti

Le opere e i giorni di braccianti e scarriolanti

“Opera” (ovra), nella parlata della pianura, indicava il lavoro di una giornata di un uomo o di una donna. Le famiglie dei mezzadri dovevano, per contratto, alcune opere al proprietario del podere e ne scambiavano altre con quelle dei poderi vicini. Ma erano le famiglie dei braccianti (brazzèint) che si guadagnavano da vivere soprattutto con le opere prestate singolarmente dai loro componenti. Nell’area della pianura a coltura asciutta erano assoldati con i loro attrezzi (falce, falcetto, vanga, paletto, badile, carriola):

  • dai proprietari dei poderi mezzadrili in occasione di sistemazioni straordinarie dei terreni, dello sbancamento delle cavedagne, della formazione di nuovi filari di alberi e viti e dell’abbattimento dei vecchi;
  • dai mezzadri, in occasione della fienagione, della mietitura e della trebbiatura dei cereali, della lavorazione della canapa e della vendemmia nei loro poderi.

 

Nell’area delle valli e delle colture umide il lavoro dei braccianti, spesso riuniti in squadre agli ordini di un capo opera (capurèl), era richiesto:

  • dai conduttori di terreni a valle artificiale e risaia, in occasione della raccolta dello strame, della vangatura, della roncatura e della mietitura del riso, del taglio del fieno;
  • dai consorzi di scolo, dalle amministrazioni e dagli appaltatori di opere pubbliche in occasione dell'esecuzione di lavori di bonifica idraulica (scavo di fossi e canali, arginatura di fiumi, torrenti).

 

Proprio lo sviluppo di questi lavori tra Ottocento e Novecento comportò un forte, ma temporaneo, aumento della domanda di opere di uomini giovani e resistenti alla fatica da impiegare come scarriolanti, terrazzieri e badilanti nei cantieri aperti lungo fiumi e canali.