Il frumentone

Il frumentone

La coltivazione del frumentone (mais) si diffuse nel Bolognese a partire dai primi decenni del Settecento. Veniva seminato in aprile forando il terreno con un apposito rastrello (rastèl da furmintòn) e coprendo col piede i semi deposti dentro i fori, oppure scavando con la zappa piccole buche nelle quali si mettevano insieme semi e concime minuto.

Spuntate le pianticelle, si sarchiavano e rincalzavano con la zappa e, in agosto, quando le foglie inferiori cominciavano ad ingiallire, si recideva la sommità dello stelo (fèr al vatt) per utilizzarle come foraggio.

 

In settembre le pannocchie mature venivano staccate a mano e trasportate col biroccio sull’aia. La sera, con l’aiuto dei vicini, si toglievano le foglie che le avvolgevano (scartùz), utilizzate poi per costituire o rinnovare l’imbottitura dei pagliericci (paiòn) dei letti. Le ultime operazioni erano la sgranatura delle pannocchie, eseguita, prima della diffusione delle sgranatrici meccaniche, con il correggiato (zairc’), strumento costituito da due bastoni uniti da una striscia di cuoio con cui si battevano i cereali) e l’estirpazione e il trasporto dei gambi (malghétt, malghèr) dai campi alla casa, dove erano utilizzati come combustibile.